La tesi.
Correva l’anno 2007 era il momento di decidere l’argomento della tesi di laurea e di iniziare a lavorare per la sua stesura.
Avevo appena finito di seguire il corso di gastroenterologia e mi aveva appassionato molto. La dottoressa Patrizia Burra ci aveva introdotto nel mondo dei trapianti e volevo capirne di più.
Inizia così la mia tesi di laurea. Un giorno a settimana mi trasferisco all’Ospedale di Padova, nell’Unità di Trapianto Multiviscerale, per studiare i casi di persone trapiantate di fegato e candidate al trapianto.
Finisco per analizzare 122 persone candidate al trapianto di fegato e 46 già trapiantate.
Cosa ho capito?
La prima cosa che ho capito è che alla bocca viene data un’importanza marginale, che troppo spesso viene trascurata. E ho capito la pericolosità di questo approccio.
I distretti del nostro corpo dialogano tra loro, c’è un interscambio di informazioni, di molecole, di batteri.
I batteri della bocca non risiedono solo là, ma se ne vanno in giro per tutto il corpo. Ben venga se si parla di batteri buoni che girano per il corpo, ma se l’igiene della bocca è inadeguata e la rimozione della placca è imprecisa, i batteri buoni lasceranno spazio a quelli cattivi. Ed in giro per il corpo se ne andranno i cattivi.
Il patatrac arriva se poi questi batteri patogeni arrivano ad un organo già sofferente: il sistema immunitario non è in grado di sopperire a tutto quel carico di lavoro.
Batteri tipici della malattia parodontale (piorrea) intervengono nella manifestazione di alcuni problemi cardiaci. Studi recenti li vedono coinvolti nell’instaurarsi di processi degenerativi come l’Alzehimer. Ci sono correlazioni tra lo stato di salute della bocca e il diabete, i parti prematuri, malattie autoimmunitarie.
Cosa succede nelle persone che dovranno ricevere un trapianto d’organo?
Nel caso dei pazienti candidati al trapianto di fegato ogni situazione patologica o potenzialmente tale va risolta, pena l’impossibilità di eseguire il trapianto.
Un sistema immunitario già impegnato a accogliere l’arrivo di un nuovo organo non ha tempo di occuparsi di altro. Un’infezione può portare al fallimento di una terapia vitale come il trapianto d’organo.
Questo per alcune persone che ho seguito ha significato estrarre gran parte dei denti, con infezioni anche solo potenziali, con tutte le conseguenze a catena e le ripercussioni a livello generale che ne derivano. (Di come la bocca impatta nel quotidiano ne ho parlato qui.)
Basta poco.
La seconda cosa che ho capito è che bastano dei piccoli gesti quotidiani per avere risultati straordinari.
Si tratta di far propria e rendere efficace un’abitudine, quella di lavarsi i denti: ci richiede poco tempo e ci può semplificare, non poco, la vita futura.
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