-il primo soccorso-
Tranne rari casi, che vedono l’intervento di alcuni farmaci, le gengive sono infiammate, quindi sono gonfie, arrossate e sanguinano, perché c’è qualcosa che le disturba (ne parlo qua).
Questo qualcosa è la placca. Va da sé che rimuovere la placca è la soluzione.
La meccanica.
Quindi, prima cosa da fare per provare a risolvere l’infiammazione: potenziare le manovre d’igiene orale. Sì a spazzolino, almeno 2 volte al giorno, a filo o scovolino, usati con attenzione e precisione (per confermare che le manovre soddisfino questi attributi è utile fare una prova con le pastiglie rivelatrici di placca). Tutto questo anche se la zona o le zone sanguinano.
Il sanguinamento non va visto come un deterrente alle manovre d’igiene, ma come un incoraggiamento alla detersione.
E’ la cosa più economica e più efficace che si possa fare in prima battuta quando subentra un’infiammazione.
La chimica.
Il principio attivo considerato attualmente d’elezione per trattare infiammazioni gengivali acute è la CLOREXIDINA.
Può quindi essere d’aiuto utilizzare prodotti che la contengono, ma attenzione perché la clorexidina va utilizzata con parsimonia e cautela, per un periodo limitato di tempo.
Queste alcune indicazioni a carattere generale (quelle specifiche ve le dà il vostro igienista dentale/dentista) per il suo utilizzo attraverso il collutorio in caso di infiammazione gengivale.
- 2 sciacqui a giorno, mattina e sera, di 1 minuto ciascuno, con poco collutorio contenente clorexidina allo 0,12% o 0,20% (ATTENZIONE: non va diluito!)
- Lontano dall’utilizzo del dentifricio se il dentifricio contiene tra gli ingredienti il Sodio Lauril Solfato (SLS) che inattiva la clorexidina.
- Per un periodo di 10-14 giorni, non di più, non finché finisce il flacone.
La clorexidina aiuta a ridurre la placca e il sanguinamento, ma ha degli effetti collaterali. Per questo è opportuno non abusarne.
Nel prossimo articolo ne approfondirò indicazioni, controindicazioni, effetti collaterali e utilizzo.
Quando meccanica e chimica non risolvono.
Se intensificando e migliorando la pulizia a casa, utilizzando antibatterici specifici, nel giro di pochi giorni non migliora, è probabile che sia necessaria una seduta d’igiene orale professionale perché potrebbe esserci del tartaro, magari sotto gengiva, otturazioni debordanti o fattori di ritenzione che rappresentano una nicchia per i batteri e per la loro stratificazione e di conseguenza, se non rimossi, diventano serbatoio di infiammazione.
Cosa non fare.
Tralasciare la pulizia della zona perché sanguina. Così facendo l’infiammazione anziché ridursi si potenzierà e allora sì sarà indispensabile l’intervento clinico dell’igienista dentale o del dentista.
La regola generale:
Ogni infiammazione rappresentata da sanguinamento o/e gonfiore, non riconducibile all’utilizzo di alcuni farmaci (anti-epilettici, immunosoppressori, antipertensivi), che non si risolve intensificando e aumentando la precisione delle manovre d’igiene orale domiciliari, o che si ripresenta dopo un iniziale miglioramento, va valutata dall’igienista dentale o dall’odontoiatra.
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