-può calare il livello della sabbia, ma non se ne va tutta se non capita un evento extra-ordinario-
Gengive che si ritirano. È l’età? Sì e no.
Sì, perché c’è una fisiologica perdita di attacco, quindi della struttura che sostiene il dente, legata al tempo.
No, perché tale perdita, in condizioni di salute della bocca, è davvero modesta e poco apprezzabile.
Questi sono i dati.
Secondo una revisione della letteratura del 2018, derivata dall’analisi di 8600 soggetti maggiorenni, si perderebbe ogni anno 0,1mm di attacco del dente. Dagli studi non emerge una gran differenza tra i due sessi mentre c’è una differenza più spiccata tra le aree geografiche (si arriva a 0,20mm di perdita annua in Cina e Sri Lanka contro lo 0,056 di Europa e Nord America).
I dati cambiano quando ci si confronta con la diagnosi di parodontite. In questo caso la perdita media di attacco diventa 0.57mm l’anno.
Cosa significa questo?
Significa che sì, c’è una perdita di tessuto di supporto fisiologica, legata all’avanzare dell’età (più o meno indipendente dall’età in cui ci si trova: ossia perdo circa 0,1mm l’anno sia che di anni ne abbia 25 che di anni ne abbia 65), ma più spesso perdite di tessuto evidenti, quindi denti che appaiono più lunghi o gengive abbassate, sono conseguenza di qualcos’altro, diverso dall’età.
Quel qualcos’altro.
Quel qualcos’altro sono:
- Le RECESSIONI: la gengiva tra dente e dente c’è, mentre si è ritirata davanti (più spesso) o all’interno (più raro) esponendo la radice del dente. Le cause delle recessioni possono essere diverse. Generalmente sono legate a tessuti sottili quindi a gengive poco rappresentate e a spessori ossei ridotti, e possono essere la conseguenza di:
- traumatismi (spazzolamento scorretto, piercing, abitudini viziate),
- placca,
- trattamenti ortodontici (apparecchio),
- traumi durante l’occlusione (quando i denti sotto e sopra non si toccano correttamente).
- La PARODONTITE: la manifestazione principe della parodontite è proprio la perdita di attacco. Perché avviene? Perché l’osso scappa da qualcosa che lo disturba: la placca. Perché si verifichi non è sufficiente la presenza di placca (per questo ti rimando all’articolo dedicato che puoi leggere qui), ma se coesistono le condizioni per l’instaurarsi del problema succede che il nostro organismo fa di tutto per allontanare e proteggere l’osso. Il risultato: l’osso scappa, il dente perde supporto.
Quindi?
Quindi sì è vero, con il tempo si perde un po’ di supporto e più passa il tempo più c’è la possibilità che questa perdita diventi apprezzabile. Ma rimane una perdita minima, praticamente ininfluente se non associata a recessioni e a malattia parodontale. E mentre sulla fisiologia ad oggi non possiamo intervenire, su recessioni e parodontite sì, con la prevenzione.
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J Periodontol. 2018 Jun;89 Suppl 1:S120-S139. doi: 10.1002/JPER.17-0062. Mean annual attachment, bone level, and tooth loss: A systematic review. Needleman I1, Garcia R2, Gkranias N3, Kirkwood KL4, Kocher T5, Iorio AD6, Moreno F1, Petrie A7.