PLACCA BATTERICA: COME CONTRASTARLA

10 Gennaio 2020
contrastare l'insorgenza della placca

la placca costruisce steccati che non tutti i prodotti e gli strumenti riescono ad oltrepassare-

Che si parli di carie, gengiviti o parodontiti, l’intervento batterico è imprescindibile. E, se ci si ferma unicamente a questo dato, si potrebbe pensare che un collutorio antibatterico sia la soluzione. Invece non è così per 2 motivi:

  1. Perché i batteri non sono tutti da sterminare.
  2. Perché i batteri all’interno di una struttura come la placca sono resistentissimi e già dopo 2 ore dall’ultima volta che ci si è spazzolati i denti la struttura batterica che si è formata sui denti è resistente al collutorio.

I batteri non sono tutti da combattere, la placca batterica sì.

Noi siamo fatti di acqua (70%) e di cellule (30%), di queste 9 su 10 sono microrganismi, tra cui anche batteri.

Considera che ognuno di noi ha circa 300 specie batteriche in bocca.

I batteri colonizzano tutti i distretti del nostro corpo e convivono con noi con un rapporto di simbiosi o di commensalismo. In pratica o c’è un beneficio per entrambi –noi e i batteri- o loro si approfittano di noi senza però causarci problemi. In alcuni casi questo rapporto può mutare, il rapporto diventa di opportunismo e questo porta allo sviluppo di infiammazione o malattia.

Per arrivare a una condizione di questo tipo è necessario tempo. Quanto?

Dopo 8-12 ore sul dente si ha già una prima colonizzazione batterica e inizia la fase in cui si creano i presupposti per i problemi: la maturazione. Durante questa seconda fase vengono attirati al primo substrato specie batteriche diverse che iniziano a comunicare tra loro e a potenziare la loro difesa. All’interno della struttura che si viene a creare i batteri diventano resistentissimi.

Ed è per questo che l’unica cosa in grado di alterare e bloccare la maturazione e quindi il viraggio verso una condizione di malattia è la rimozione fisica, meccanica, della placca.

Ogni volta che spazzoliamo i denti e utilizziamo filo o scovolino, riportiamo la situazione al livello 0 e quindi obblighiamo i batteri a ripartire da capo e riorganizzarsi. Questo fa sì che non si verifichino mai le condizioni per lo sviluppo di infiammazione e malattia.

Considera che i batteri della carie hanno lo 0,0004% di possibilità di sopravvivere in uno stato disorganizzato e questa probabilità sale al 41,4% nel momento in cui si trovano all’interno di una struttura come la placca.

La formula magica 2 x 2.

Lo studio del comportamento batterico in bocca ha permesso di individuare una frequenza minima di spazzolamento: 2 volte al giorno. A cui va fatta seguire, almeno 1 volta al giorno, la pulizia delle zone tra un dente e l’altro con il filo interdentale o lo scovolino.

Successivi studi hanno valutato quanto tempo richiedeva la rimozione della placca con lo spazzolino per essere efficace. Da qui la formula 2 x 2: almeno 2 volte al giorno per almeno 2 minuti.

N.B. Farlo 1 volta al giorno per 4 minuti o 4 volte per 30 secondi non garantisce un risultato soddisfacente!

Sostituire lo spazzolamento con uno sciacquo con collutorio allo stesso modo non produrrà il risultato a cui dobbiamo ambire per rimanere in salute. I batteri sono più forti del collutorio, ma meno dello spazzolino.

La salute della bocca è racchiusa in un gesto.

Durata, frequenza, strumento adeguato, tecnica efficace, pulizia di tutte le superfici rendono lo spazzolamento, assieme all’utilizzo di filo interdentale o scovolino, un’abitudine potentissima in termini di salute della bocca.

Per capire se i nostri sforzi sono funzionali al raggiungimento di questo obiettivo è utile l’utilizzo del rivelatore di placca (te lo racconto qua).

Una volta capite queste basi per una pulizia davvero efficace, non resta che farle diventare un’abitudine.

Come si crea un’abitudine? Ne ho parlato qua.


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